XIV LEGISLATURA

521ª SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO

Ripresa della discussione dei disegni di legge costituzionale nn. 2544,

252, 338, 420, 448, 617, 992, 1238, 1350, 1496, 1653, 1662, 1678, 1888,

1889, 1898, 1914, 1919, 1933, 1934, 1998, 2001, 2002, 2030, 2117, 2166,

2320, 2404, 2449, 2507 e 2523

PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione dei disegni di legge in titolo.

E ` iscritto a parlare il senatore Falcier. Ne ha facolta`.

FALCIER (FI).

Signor Presidente, onorevole rappresentante del Governo, colleghi senatori, dopo molti anni di discussioni, di Commissioni,

di studi, di pareri e di proposte giunge in un’Aula parlamentare l’esame di un testo organico di modifica della Costituzione relativamente al sistema elettorale, alle competenze e ai poteri del Presidente della Repubblica, del Presidente del Consiglio, del Parlamento e della Corte costituzionale.

E` arrivato il momento della politica, della sintesi, della modifica delle regole del gioco politico ed istituzionale.

E ` arrivato il momento nel quale ogni partito, ogni Gruppo parlamentare deve esprimersi, prendere posizione e far conoscere le proprie proposte.

Su tutto questo svolgo alcune considerazioni. Il testo pervenuto al nostro esame e` d’iniziativa del Governo, che si e` esposto al rischio di essere accusato che le nuove norme servano piu` all’attuale Esecutivo e alla maggioranza che lo sostiene che non ad una riforma utile nel tempo. Così non puo` essere.

La proposta del Governo e` piuttosto la logica conseguenza di un sistema elettorale, ormai diffuso, che ha previsto l’elezione diretta del sindaco, del Presidente della Provincia, del Presidente della Regione ed il venir meno di un equilibrato sistema di pesi e contrappesi, fondato su una larga diffusione di poteri e su un’ampia quota del sistema elettorale proporzionale.

Sistema tanto accusato e tanto temuto, che pero` ha assicurato all’Italia la possibilita` di scelte e decisioni politiche di grande rilevanza

strategica, di lunga durata, nonche´ il riconoscimento e il rispetto reciproco del ruolo della maggioranza e dell’opposizione.

Quel sistema e` stato, per volonta` degli italiani, superato, accantonato e rispetto ad altre esigenze risulta ora piu` rilevante assicurare stabilita` e tempestivita` alle decisioni. Stabilita` e governabilita` che non c’erano piu` negli ultimi anni, anche perche´ la situazione politica e`cambiata, si e` sbloccata per eventi storici, a seguito della caduta del Muro di Berlino.

Apro una parentesi per ricordare che gli italiani hanno chiesto stabilita` ed un sistema elettorale che la garantisca, ma non hanno chiesto un sistema elettorale particolare, ne´ tanto meno quello in vigore. Quel meccanismo che un tempo era chiamato «legge truffa», e ora – per dirla con Andreotti – «coefficiente di stabilita`», poteva e potrebbe forse meglio garantire la difesa di specifiche forti identita` politiche unitamente alla garanzia di Governi di legislatura.

In pratica, probabilmente prima dovevano essere fatte le riforme e dopo cambiato il sistema elettorale: così non e`

stato ed e` il secondo che trascina l’esigenza delle prime, anche perche´ non ci sia piu` una continua contraddizione tra due sistemi e due culture.

Come, per esempio, quella di un Presidente del Consiglio designato dagli italiani che ha bisogno di una vecchia liturgia, di un vecchio rito per essere incaricato, che entra in carica con la fiducia da parte di una maggioranza che l’elettorato ha gia` individuato e votato: questa e` una contraddizione tra le tante che andrebbe superata.

Era quel sistema parlamentare frutto del sistema elettorale proporzionale che, non assicurando una maggioranza precostituita, aveva bisogno di particolari garanzie e di un’adeguata ripartizione di poteri, ed ora, di superare regole diventate vincoli, di privilegiare la tempestivita` delle decisioni rispetto alla ricerca del massimo consenso, nonche´ l’individuazione di precise responsabilita` nelle scelte.

Il cambio e`gia` in buona parte avvenuto e la sfiducia nei partiti e nella politica, alla quale tanti hanno dato un contributo e partecipato, ha portato ad attribuire grandi poteri ai tecnici, agli esperti, ai burocrati, come se questi fossero neutri ed apolitici, con le conseguenze di riconoscere poteri con scarso controllo democratico senza verifiche e senza consensi.

Tale sfiducia nella politica così come la constatazione dell’accumularsi di tanti problemi non risolti e di decisioni non prese hanno portato alle elezioni dirette, al programma personale del sindaco, del Presidente,all’eliminazione di ogni potere di organi collegiali. Alcune scelte hanno portato a forzare la volonta` popolare, a cavalcare il giudizio negativo verso la politica, a contribuire all’eliminazione di partiti che avevano fatto la storia recente d’Italia, confidando magari in un adeguato ed immediato guadagno, salvo pensare di aggiustare il tiro appena possibile.

Quelle scelte presentano ora il conto: il potere senza un adeguato consenso non regge a lungo e il sistema si ribella e pretende modifiche.

L’esigenza di dare maggior potere al Premier, e un minor peso di fatto al Parlamento, una piu` forte personalizzazione della politica e`

proprio di scelte gia` fatte e largamente condivise.

Il chiedere ora maggiori garanzie ed assicurare forti poteri ad organi di garanzia, come il Presidente della Repubblica e la Corte costituzionale, e` una battaglia che ha un fondamento, che ha buone motivazioni, ma talvolta contraddittoria ed in controtendenza rispetto a scelte gia` fatte riguardo ai Comuni, alle Province, alle Regioni ed ai loro organi e circa l’obiettivo, con le modifiche non tutte motivate e non tutte utili apportate allora all’articolo 117 della Costituzione forse per darsi una patente di «federalisti ».

Se alcune preoccupazioni troveranno soluzione, se alcune esigenze troveranno risposte, che queste abbiano ad estendersi quanto prima ad altri enti e la politica, la vera politica, trovi un suo riconoscimento e la democrazia sostenga i costi per la ricerca del consenso alle scelte.

...Intervengo quindi per esprimere sostegno alla proposta presentata dal Governo e apprezzamento per il lavoro e le conclusioni della 1ª Commissione.

Giudico la proposta opportuna, anche perche´ completa la riforma dell’ordinamento della Repubblica iniziata nella scorsa legislatura.

In tal modo si da` all’Italia un assetto federale compiuto, anzitutto dal punto di vista terminologico – visto che i termini «Senato federale» e «unita` federale» fanno il loro ingresso nella Costituzione – ma anche e certamente da un punto di vista sostanziale.

Desidero sottolineare alcuni dei punti piu` rilevanti, almeno a mio parere:

la creazione di una Camera alta federale; l’attribuzione di chiare competenze esclusive alle Regioni; la modifica della composizione della Corte costituzionale in modo da rispecchiare il nuovo assetto federale; il rafforzamento dei poteri di garanzia del Presidente della Repubblica; i nuovi poteri del Premier.

La nuova forma di Governo coinvolge da un lato il potere legislativo, dall’altro quello esecutivo; si abbandona il bicameralismo perfetto e si rafforzano la stabilita` e il ruolo del Capo dell’esecutivo, la cui investitura deriva direttamente dagli elettori. Il Premier viene garantito nella stabilita` della carica e svolge un ruolo preminente nell’ambito del Consiglio dei ministri.

Per quanto riguarda la composizione del Senato federale, essa garantisce il collegamento con le realta` locali ed e` pertanto da condividere l’ipotesi che i candidati senatori debbano aver ricoperto cariche pubbliche elettive in enti locali o regionali o siano stati eletti deputati o senatori nella Regione. Infatti se i candidati fossero del tutto estranei alla realta` locale, il senso di questa istituzione sarebbe certamente compromesso.

E ` condivisibile, ancora, che il Senato abbia una durata diversa sia da quella della Camera, sia da quella delle rappresentanze regionali, per sottolineare anche con diverso periodo di durata le caratteristiche del Senato, non delle Regioni, ma per le Regioni.

...Per quanto concerne la composizione della Corte costituzionale, concepita in modo da garantire la rappresentanza delle istanze regionali, si tratta di una scelta coerente e conseguente all’aspetto federale e diventa opportuna la partecipazione al voto di un largo numero di rappresentanti delle autonomie.

Per quanto riguarda l’assetto del potere legislativo, esprimo soddisfazione per la proposta di abbandonare il bicameralismo perfetto configurando in suo luogo un bicameralismo asimmetrico in base al quale, a seconda delle materie trattate, i due rami del Parlamento abbiano ad esaminare in via prioritaria i progetti di legge, con possibilita` di richiamo da parte dell’altra Camera.

La soluzione di attribuire la decisione sulla ripartizione delle competenze ai Presidenti delle Camere evita lacerazioni, ma dovrebbe considerarsi anche l’ipotesi in cui l’accordo non vi sia e quindi individuare una soluzione: si potrebbe infatti finire con l’attribuire ad entrambi un reciproco potere di veto.

Per quanto riguarda i poteri dell’Esecutivo, le modifiche proposte garantiscono la trasparenza del rapporto tra elettori ed eletti nella fase elettorale e in quella successiva, con il potere del Primo ministro di formare il suo Governo ed individuare i suoi Ministri, nonchè attivare la procedura per lo scioglimento della Camera, con l’obbligo di scioglimento in caso di sfiducia verso il Governo. Il rapporto tra Camera dei deputati e Capo del Governo diventa in tal modo biunivoco e ha, come referente unico, il corpo elettorale.

L’attribuzione al Primo ministro del potere di nomina e di revoca dei Ministri e` una scelta che consente al Premier di esercitare un efficace potere di coordinamento ed indirizzo conservando l’assetto collegiale del Consiglio dei ministri, che rappresenta e sintetizza le componenti della coalizione.

E ` inoltre particolarmente opportuna la scelta di prevedere che i Presidenti delle Regioni partecipino, in determinati casi e in ben individuate circostanze, ai lavori del Senato, salvo ulteriori eventuali modifiche nel senso proposto dagli emendamenti presentati.

E`positivamente da sottolineare, infine, proprio per definire adeguati sistemi di garanzia, la decisione di affidare a deputati dell’opposizione la Presidenza delle Commissioni parlamentari di controllo e di garanzia.

Concludero` sottolineando come, inoltre, la norma contenuta nel nuovo articolo 13 che prevede che le Regioni, ai sensi dell’articolo 117, ottavo comma, possano costituire Assemblee di coordinamento delle autonomie, vada rimeditata: perche´ non riconoscere che per la frenesia federalista della passata legislatura tale ipotesi e` gia` presente nell’attuale Costituzione?

Quella presentata, in conclusione, e`una proposta buona e articolata.

Forse era opportuno modificare anche l’articolo 117 della Costituzione e soprattutto le materie a legislazione concorrente ma, almeno per ora, non e`stato ritenuto opportuno.

L’auspicio e`che il testo sia approvato anche con le necessarie integrazioniche abbiano a migliorarlo, con la costante ricerca del massimo consenso, sapendo che, comunque, dopo tanto tempo, e` partito veramente il treno della riforma costituzionale in senso federalista. (Applausi dai

Gruppi FI, LP e del senatore Carrara. Congratulazioni).